iii.

Micro Macro

Di quali sono le dinamiche di interconnessione che regolano il nostro mondo, e di come possiamo misurarne la portata.

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Quella dell’Uomo vitruviano è un’immagine dura a morire.

L’essere umano (anzi, l’uomo) che prende le misure dell’universo con l’ampiezza delle sue braccia e la falcata delle sue gambe è ancora l’unità di misura che utilizziamo per capire la portata non solo del mondo, ma anche di quello che succede a noi e di quello che è altro da noi.

Testardi, continuiamo a sentirci al centro e usare noi stessi come metro di paragone per la magnitudo di quello che ci circonda, perfino – soprattutto – se è così grande, o così piccolo, che non riusciamo a percepirlo.

Non è niente di nuovo: capitalismo e antropocentrismo, nati in Occidente ma ormai globali, sono fratelli. Ma solo ora la loro inadeguatezza è diventata visibile all’occhio di molti.

In questa issue di Istmo abbiamo cercato di raccontare i micro e macro mondi che influenzano le nostre esistenze, provando a prenderne le misure in modo diverso, e mettendo in discussione la nostra idea stessa di piccolo e grande. 

Dal butterfly effect all’attivismo, in Micro Macro parliamo del rapporto tra causa ed effetto, di relazioni e reazioni, di incastri, di domino, di incatenazioni e di catene che si spezzano.

Dal Saccharomyces Cerevisiae all’impatto dell’industria logistica sulle periferie dell’Occidente e al suo declino in accelerazione; passando per chi cerca di rovesciare regimi con una pera e per chi cerca di farlo online, e molto altro.

Sperando che queste riflessioni, e questi anni, ci aiutino a trovare i nuovi metodi di misurazione di cui abbiamo – disperatamente – bisogno.

Buona lettura.

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