iii.

Allucinazioni Collettive

Cosa ci dicono, di una società, le allucinazioni di cui soffre?

Come è possibile che non siamo sempre allucinati? Parafrasando, questo si chiedeva il neurofisiologo polacco Jerzy Konorski nel 1967. 

La domanda ci è tornata spesso in mente nel comporre questo numero di Istmo, con cui ci siamo proposti di indagare le allucinazioni collettive e di sollevarle, per così dire, dallo spazio che occupano nel dizionario fatto di estremi della contemporaneità (i populismi, la post-verità, le teorie del complotto). Di trovar loro uno spazio che parli di un noi, non solo di un loro: un noi che fa di tutto per rimanere rilevante, come nell’estratto su FOMO e derivati dall’ultimo libro di Pietro Minto; un noi che si fa fregare dalla pubblicità e poi dalla politica — come spiega Franco Palazzi — o dalle immagini di Ludovica De Santis, generate da un’intelligenza artificiale.

Cosa ci dicono, di una società, le allucinazioni di cui soffre? Abbiamo cercato di rispondere a questa domanda analizzando anche i casi più estremi: quando la collettività cerca rassicurazioni nelle teleologie e nei pantheon alternativi con l’articolo di Leonardo Bianchi; quando ha bisogno di rendere la propria fisiologia coerente con il mondo che la circonda, costi la fantasia che costi, con le parole di Frank Bures; o quando usa l’isteria come forma di dissenso con il testo di Vittoria Caprotti.

In altri articoli, come il fondamentale catalogo di libri per psiconauti di Vanni Santoni o il compendio di astrologia queer di Astri Amari, ci siamo trovati a immaginare una collettività che nell’allucinare, invece che perdersi, si riscopra. 

Mentre lanciamo questo numero di Istmo, si avvicina l’anniversario dei fatti di Genova. Ricordare, e fare pressione perché sia fatta chiarezza: è tempo che tutti facciamo i conti con la nostra storia. Dobbiamo trovare nei fatti la misura dell’invalicabile e del mai-più, perché senza un vero condiviso gli scenari del presente saranno sempre, per una parte della comunità, come vivere in un’allucinazione collettiva.

Buona lettura.

5′
Come vuoi proseguire?